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Firenze, Pisa e Livorno, la protesta degli studenti toscani nelle piazze

Studenti in piazza a Firenze, Pisa e Livorno, come nel resto d’Italia, per protestare contro l’alternanza scuola lavoro e la reintroduzione della seconda prova scritta all’esame di maturità 2022. Le motivazioni principali per cui anche in Toscana molti istituti scolastici sono in autogestione. La mobilitazione di venerdì 18 febbraio ha visto centinaia di studenti sfilare in corteo per le vie del centro storico a Firenze, con ritrovo in piazza Adua. E a Livorno, con sit in davanti alle sedi istituzionali di Provincia e Comune. E a Livorno il sindaco Luca Salvetti ha incontrato gli studenti e parlato con loro. A Pisa i ragazzi si sono ritrovati in piazza XX Settembre per dar vita a un corteo, tra gli striscioni ‘Contro il vostro modello di scuola’. La mobilitazione dei ragazzi anche in Toscana è importante, gli studenti protestano, come hanno spiegato, per essere ascoltati. Una protesta che prende il via dalla morte la morte di Lorenzo Parelli, studente diciottenne vittima della caduta di una trave d’acciaio in un cantiere a Udine, durante il suo ultimo giorn di alternanza scuola lavoro. E la recente morte in un incidente stradale in provincia di Fermo di Giuseppe Lenoci, 16 anni, mentre si recava a uno stage per una ditta. Per Lorenzo Parelli protestarono pacificamente gli studenti di Torino, la risposta fu la carica delle forze dell’ordine. Quindi la protesta degli studenti prosegue contro la reintroduzione della seconda prova scritta all’esame di maturità, che era in vigore nel pre Covid, da parte del ministro Patrizio Bianchi. Per i ragazzi in sostanza un esame di Stato non adeguato a una preparazione lacunosa dovuta a una didattica a singhiozzo svolta tra dad e quarantene.

Alla vigilia della manifestazione del 18 febbraio 2022, il ministero dell’Interno, ministro Luciana Lamorgese, ha inviato una circolare a tutti i prefetti sottolineando come il dialogo tra i questori e gli organizzatori delle manifestazioni studentesche può costituire ‘un efficace strumento per scongiurare possibili strumentalizzazioni delle istanze studentesche e per isolare le frange più radicalizzate della protesta’. Nella nota si sottolinea anche come un ‘canale preventivo di dialogo con gli organizzatori delle manifestazioni’ e il coinvolgimento dei dirigenti scolastici appaia necessario ‘in considerazione della delicatezza delle tematiche sollevate dal mondo studentesco e della correlata esigenza che ad essa corrisponda una sensibile capacità di ascolto e mediazione’.

© Riproduzione riservata

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