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Incendi boschivi in Toscana: bilancio 2024 con meno roghi

Incendi boschivi in Toscana: bilancio 2024 con meno roghi

E’ piovuto più del solito quest’anno, a primavera e a giugno, e forse anche per questo – ma anche per le forze e l’organizzazione messe in campo e i non troppi eventi in contemporanera – ci sono stati meno incendi di boschi o meno gravi.

“E’ stato un anno più fortunato, ma è un dato che non può farci stare tranquilli – commenta la vicepresidente ed assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Stefania Saccardi – perché le stagioni con cui ci confrontiamo sono sempre più siccitose e con temperature altissime, che non sono mancate neppure stavolta. Per cui il rischio incendi è sempre molto alto”.

Settembre si chiude in ogni caso con un bilancio decisamente positivo per la Toscana. Al Centro regionale antincendi boschivi della Pineta a Monticiano nel senese – eccellenza di formazione dove si addestrano non solo forestali e volontari toscani ma di tutto il Paese e intervenuti la comandante regionale dei carabinieri forestali Cinzia Gagliardi, Luca Torrini per i vigili del fuoco, rappresentanti del coordinamento del volontario e delle associazioni – si tirano le somme e nei primi nove mesi dell’anno si contano in tutta la regione 210 incendi boschivi: quasi la metà (ridotti del 44 per cento) rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Meno incendi rispetto al 2023 (quando se ne registrarono 242), meno incendi rispetto al 2022 (571) e al 2021 (405).

Inoltre si è ridotta (ad un terzo) anche la superficie boscata percorsa dalle fiamme: fino al 30 settembre, un dato per ora stimato in attesa dei rilievi ufficiali, risulta di 283 ettari rispetto agli 855 della media decennale, dove 145 ettari di quest’anno sono l’esito di soli quattro incendi (a gennaio a Roccalbegna in provincia di Grosseto, il 27 luglio e 25 agosto nel senese a San Casciano dei Bagni e a Abbadia San Salvatore, il 13 agosto a Massa).  Un abisso rispetto ai 2.065 ettari di bosco bruciati nel 2022, i 1.567 del 2019, i 1.277 del 2018 (l’anno dell’incendio a Calci sui Monte Pisani) e i 2.079 del 2017.

“Per questo – annota Saccardi – è importante che la macchina continui a lavorare e lavori bene: in collaborazione con i quattromila volontari che sono sicuramente un valore aggiunto e che ringrazio,  in collaborazione con vigili del fuoco e carabinieri forestali ed utilizzando a Monticiano il centro di addestramento e formazione di altissimo livello della Pineta”.

Luglio ed agosto, come spesso accade, sono stati anche quest’anno i mesi più impegnati per l’organizzazione antincendi boschivi toscana: 74 incendi nel primo mese e 85 nel secondo.

“A parità comunque di numeri in questa regione le conseguenze sono sempre minori rispetto ad altre: merito della macchina dell’antincendio boschivo ben organizzata ed addestrata” sottolinea la vicepresidente. E questo fa bene all’ambiente ma anche ai bilanci pubblici.

Quando brucia un bosco si crea infatti una ferita nell’ecosistema ma c’è anche  un costo vivo proporzionato alle forze di ‘lotta attiva’ dispiegate.  L’incendio dello scorso luglio a Galceti di Prato, che ha bruciato otto ettari e mezzo, è costato ad esempio 86 mila euro: 82 mila il rogo del 25 agosto scorso ad Abbadia San Salvatore in provincia di Grosseto che ha mandato in fumo 32 ettari di bosco.

Per questo è importante investire sulla prevenzione.

Tornando ai numeri, la provincia toscana con più incendi boschivi è Grosseto (51): seguono Firenze (33) e Siena (32). Ma se si guarda la superficie percorsa dalle fiamme è invece Siena la più colpita: 93 ettari di superficie boscata, prima anche per la superficie non boscata attaccata dal fuoco (185 ettari contro i 150 di Massa Carrara e i 140 di Grosseto). Quanto ai cosiddetti ‘incendi di vegetazione’, dove l’antincendio regionale interviene a supporto dei vigili del fuoco che ne ha competenza, si contano 299 interventi in tutto l’anno (82 nel fiorentino, 36 nel grossetano e 38 nel senese).

Investiti 16 milioni di euro 
Per mantenere ed aggiornare la complessa macchina organizzativa che opera nella previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi la Toscana investe circa 16 milioni l’anno, compreso il contratto per gli elicotteri. Il 40 per cento è destinato alla prevenzione.

Tutti i cittadini sono invitati a segnalare i principi di incendio al numero unico di emergenza 112. Devono, inoltre, conoscere e rispettare scrupolosamente il divieto di abbruciamento di residui vegetali che interessa tutto il territorio regionale nei mesi di luglio e agosto, nonché le norme che regolano un corretto abbruciamento nei restanti periodi dell’anno, a cominciare dal divieto di accensione in presenza di vento.

Anche mantenendo puliti gli spazi verdi intorno alle proprie abitazioni e strutture ricettive si può contribuire alla difesa del patrimonio boschivo.

Cittadini attivi e forze in campo
La Regione, insieme ad Anci (l’associazione dei Comuni), sta promuovendo pure la costituzione di comunità antincendi boschivi, dove le persone diventano parte attiva, nell’azione di contrasto agli incendi boschivi, creando e mantenendo intorno alle proprie strutture e fabbricati fasce dove la vegetazione è meno densa e quindi meno pericolosa nel caso di passaggio del fuoco. Sono quattro le comunità inaugurate fino ad oggi: a Calci, a Vicopisano, a Portiglioni nel comune di Scarlino, a Castiglione delle Pescaia.

Nei mesi di maggiore attività operano nell’organizzazione antincendi boschivi toscana una sala operativa regionale (Soup), sette sali provinciali (Cop Aib), 170 direttori delle operazioni di spegnimento, 400 operai forestali di Comuni e Unioni di Comuni, 4.000 volontari addestrati, 38 unità specializzate Gauf (gruppo addetti all’uso del fuoco, 65 logisti, dodici direttori delle operazioni di spegnimento per gli incendi più complessi, otto analisti di campo, sei analisti di sala, seicento mezzi allestiti e un flotta regionale di dieci elicotteri.

 

Coldiretti Toscana: “Dal recupero di migliaia di piccoli invasi agricoli passa un pezzo importante della nuova strategie di prevenzione e contrasto agli incendi che bruciano ogni anno centinaia di ettari di bosco e pascoli e costituiscono una principali causa della degradazione dei suoli. La loro diffusione, su tutto il territorio, permetterebbe ai soccorsi di disporre di acqua dolce in prossimità dei roghi riducendo i tempi di intervento e spegnimento insieme ai danni all’ambiente e alla biodiversità dovuti agli incendi e all’utilizzo di acqua salata/marina”: a dirlo è Coldiretti Toscana in merito alla diffusione da parte della Regione Toscana della prima stima degli incendi boschivi  che hanno caratterizzato i primi nove mesi dell’anno. La funzione degli invasi, circa 16 mila quelli censiti che la burocrazia e normative troppi stringenti hanno “prosciugato” nel corso degli anni, è secondo Coldiretti Toscana strategica non solo per le finalità agricole nel garantire acqua alle coltivazioni nel momento del bisogno considerando l’ormai atavico rischio di siccità, ma anche di protezione civile. Gli invasi permetterebbero di recuperare e stoccare l’acqua, altrimenti destinata a finire in mare – il 90% purtroppo – per utilizzarla nel momento di necessità. 

Coldiretti Toscana invita la Regione Toscana ad accelerare per sbloccare il groviglio di normative e vincoli che oggi impediscono il loro recupero ed il loro utilizzo. Si tratta di infrastrutture già presenti sul territorio e che potrebbero quindi dare risposte immediate salvando le acque piovane che sarebbero poi utilizzate per l’irrigazione ma anche per domare gli incendi evitando l’uso dell’acqua di mare, dannosa per le piante. Lo stoccaggio delle precipitazioni è stato uno dei temi al centro del recente incontro con l’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni sul consumo di suolo.

Ā© Riproduzione riservata

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