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Gatti che dormono in tv contro lo stress: il Giappone risponde così al malessere sociale

Il Giappone ha trovato un antidoto insolito alla crescente epidemia di stress: trasmettere immagini di gatti addormentati in televisione. Quella che sembra una iniziativa sui generis si sta dimostrando una risposta efficace al disagio profondo che attraversa la società nipponica da tanto tempo.

Tra ritmi lavorativi insostenibili, solitudine urbana e pressioni sociali, il benessere psicologico dei cittadini giapponesi è diventato un’emergenza.

Così, le emittenti nazionali hanno iniziato a dedicare spazi televisivi a felini che dormono pacificamente. Immagini statiche o quasi, accompagnate da fusa registrate e musiche ambientali. Il formato ricorda le webcam dal vivo di rifugi per animali, ma con una produzione più curata.

Il contesto sociale dietro l’iniziativa 

La disumanizzazione dei ritmi quotidiani sta generando fenomeni sociali complessi sull’isola: l’hikikomori, l’isolamento volontario che colpisce centinaia di migliaia di giovani; il karoshi, la morte per eccesso di lavoro riconosciuta ufficialmente; la solitudine cronica degli anziani.

In questo scenario, gli animali domestici sono diventati compagni essenziali: il numero di gatti domestici ha superato quello dei cani già dal 2017, raggiungendo circa 9,5 milioni di esemplari, questo perché i felini richiedono meno cure quotidiane e si adattano meglio agli spazi ridotti tipici delle metropoli giapponesi. Anche l’Italia sta rivalutando il ruolo degli animali domestici. Ad aprile sono stati stanziati 750 mila euro, distribuiti nell’arco di tre anni, per il bonus animali domestici, rivolto a persone con più di 65 anni e un reddito Isee inferiore a 16.215 euro.

Un’altra analogia tra i due Paesi è la denatalità: Italia e Giappone affrontano due tra le crisi demografiche più gravi al mondo. Con oltre il 29% della popolazione giapponese sopra i 65 anni e un tasso di natalità fermo a 1,26 figli per donna, la società invecchia rapidamente e la compagnia degli animali domestici diventa ancora più importante. Anche quando relegata a uno schermo.

Una risposta indiretta all’isolamento 

La trasmissione di gatti addormentati rappresenta anche una forma di terapia virtuale accessibile, mentre non tutti possono permettersi un animale domestico in carne ed ossa tra costi di mantenimento, restrizioni condominiali e impegni lavorativi che obbligano a stare molto tempo fuori casa.

L’iniziativa riflette un approccio tipicamente giapponese al benessere mentale: indiretto, discreto, privo di stigma. Invece di promuovere apertamente servizi psicologici, si introduce una pratica rilassante nel quotidiano, ma questo non è solo un segnale positivo. La cultura nipponica fa fatica a riconoscere apertamente i disturbi psicologici, e soluzioni come questa aggirano il tabù.

I gatti calmano davvero? Cosa dice la scienza

Diversi studi confermano l’impatto positivo della visione di animali sul sistema nervoso. Una ricerca pubblicata su “Plos One” ha dimostrato che osservare video di gatti riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e aumenta la produzione di ossitocina, legata al senso di benessere. Anche la semplice osservazione di movimenti lenti e ritmici, come la respirazione di un animale addormentato, innesca una risposta di rilassamento parasimpatico.

Il fenomeno si inserisce nel più ampio movimento giapponese del “kawaii”, la cultura della tenerezza che valorizza tutto ciò che è piccolo, morbido e rassicurante. I gatti, indipendenti ma affettuosi, giocosi ma tranquilli, incarnano perfettamente questi valori.

Implicazioni sociali ed economiche

Il successo del formato televisivo ha generato un mercato parallelo.

Negozi specializzati vendono coperte, cuscini e peluche che riproducono la sensazione tattile di un gatto. Applicazioni smartphone trasmettono fusa registrate per favorire il sonno in stile white noise. Nell’isola (che ha introdotto anche i crying cafè, luoghi pubblici dove piangere senza essere giudicati da nessuno) ci sono addirittura dei bar a tema gatto, che hanno introdotto le “ore silenziose”: in questi momenti, i visitatori possono semplicemente osservare i gatti riposare.

Questa “economia della tranquillità” si collega al crescente interesse per pratiche di mindfulness e rallentamento. Il concetto di “ma” (間), lo spazio vuoto tra le cose considerato essenziale nell’estetica giapponese, trova una nuova ed efficace espressione in questi programmi televisivi che mostrano i gatti dormire.

La problematica nascosta

Per quanto originale ed efficace, la trovata non affronta le cause strutturali dello stress eccessivo in Giappone. Guardare i gatti che dormono può alleviare temporaneamente lo stress, ma le ferite della società nipponica restano aperte: orari lavorativi eccessivi, carenza di servizi di supporto psicologico, frammentazione sociale. Il rischio è che soluzioni sintomatiche diventino sostituti di riforme più profonde. Che al posto della causa, si curi solo il sintomo.

Un rischio inammissibile per la società giapponese dove il suicidio rimane tra le prime cause di morte per i giovani sotto i 40 anni.

La televisione giapponese ha trasformato il sonno felino in programma pubblico, ma dietro questa scelta apparentemente bizzarra si nasconde la fotografia di una società che cerca rifugio dalla propria fretta, mentre rifugge dai veri problemi.

L’immagine in copertina è stata generata con l’Ai.

Popolazione

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

© Riproduzione riservata

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