Il periodo delle feste natalizie, sinonimo di convivialità e tavole imbandite, si trasforma spesso in una vera e propria fonte di stress, specialmente per chi soffre di un Disturbo del comportamento alimentare (Dca). La pressione sociale legata al cibo, il timore costante del giudizio altrui e la paura di perdere il controllo possono rendere le riunioni familiari particolarmente complesse.
Mentre circa due persone su cinque vedono un miglioramento della propria salute mentale durante il Natale, oltre il 40% della popolazione si sente più stressata e una persona su quattro sperimenta ansia o depressione, un quadro che amplifica il malessere per chi vive con un Dca.
“Non era più una festa, ma una tortura”
Questa difficoltà è testimoniata da Mati, volontaria dell’associazione Animenta, che soffre di anoressia nervosa: “Natale, come tutte le feste, è sempre stato un problema per me, perché ero convinta che mi giudicassero costantemente”. Mati descrive il tormento nel tentare di seguire la propria dieta in mezzo all’abbondanza e ai piatti degli altri, trasformando ciò che dovrebbe essere un momento di gioia in una “tortura”.
I Dca rappresentano oggi una vera emergenza sociale e sanitaria in Italia, con circa 4 milioni di persone colpite. Secondo i dati del Ministero della Salute, i casi sono aumentati del 35% tra il 2019 e il 2024, interessando non solo gli adolescenti, ma manifestandosi anche tra bambine prepuberi e donne in menopausa.
Formazione e supporto per le famiglie
Proprio per rispondere a queste crescenti difficoltà, Danone Nutricia e l’associazione Animenta hanno rinnovato la loro collaborazione, promuovendo il percorso formativo “Clinicamente Esperti, Umanamente Formati”. Questo corso teorico-pratico mira a fornire a professionisti e caregiver gli strumenti necessari per conoscere, riconoscere e trattare i Dca attraverso un approccio integrato, multidisciplinare e centrato sulla persona.
Sostenere iniziative che diffondono conoscenza e consapevolezza sui Dca è fondamentale, poiché si tratta di patologie complesse che richiedono un approccio multifattoriale, che valorizzi anche le dimensioni emotive, psicologiche e relazionali. Come spiega Aurora Caporossi, Founder di Animenta, la formazione è cruciale per evitare che chi sta vicino a persone con Dca commetta errori in buona fede, per mancanza di informazioni.
I sei consigli pratici per feste più sere
Accanto alla formazione, la dottoressa Antonella Lezo, Responsabile s.s. Dietetica e Nutrizione Clinica Oirm-S.Anna Torino e Presidente Sinpe, ha condiviso sei accorgimenti pratici e sicuri per aiutare a gestire meglio i momenti legati al cibo e alla convivialità durante le festività, riducendo la pressione e il carico emotivo.
Ecco i sei consigli per rendere il Natale un momento più sereno per tutti:
- Preferire i buffet al pranzo seduto: proporre il cibo a buffet può ridurre la percezione di obbligo. Questa disposizione permette a chi soffre di Dca di servirsi con maggiore autonomia, senza sentirsi costantemente osservato o forzato ad affrontare porzioni eccessive.
- Limitare le aspettative sociali: è cruciale lasciare libertà alla persona di partecipare o di ritirarsi quando ne sente il bisogno. Concedere pause e tempo da soli significa rispettare i tempi emotivi, ricordando che il benessere dipende dal sentirsi al sicuro e non giudicati, non dall’obbligo di “stare con tutti”.
- Trattare i pasti di festa come momenti ordinari: l’eccezionalità dei cenoni, l’abbondanza delle portate in più e le ricette tradizionali possono essere destabilizzanti. Mantenere una routine, non stravolgere gli orari e creare un’atmosfera rilassata aiuta a non percepire il pasto come un evento fuori norma. È importante evitare continui inviti a “fare un’eccezione per le feste”.
- Pianificare in anticipo i pasti: l’organizzazione riduce l’imprevedibilità, che è uno dei maggiori fattori ansiogeni. Condividere anticipatamente il programma delle feste (orari, tipo di pasti, cibi presenti) permette alla persona di prepararsi mentalmente, favorendo un senso di controllo e collaborazione.
- Spostare l’attenzione su altre attività: dopo che il pasto è finito, è fondamentale smettere di parlare di cibo, ricette o porzioni. Proporre attività alternative come giochi, film o conversazioni leggere aiuta a ridurre l’iperfocalizzazione sul dopo-pasto, che è spesso fonte di grande stress.
- Evitare commenti su peso, appetito e porzioni: le persone con Dca sono estremamente sensibili a osservazioni sul loro corpo, su quanto mangiano o su frasi come “dai, è Natale”. Sensibilizzare discretamente amici e parenti affinché evitino questi commenti, anche se detti senza malizia, può fare una grande differenza nel proteggere la persona da situazioni dolorose.
“Il periodo natalizio è associato alla gioia e al piacere dello stare insieme a tavola ma purtroppo per molti può diventare un amplificatore di malessere. Sostenere iniziative che promuovono conoscenza, consapevolezza e strumenti concreti sui Dca è parte integrante della nostra missione. Sappiamo che si tratta di patologie complesse che richiedono un approccio multifattoriale, e la collaborazione con Animenta nasce proprio dalla volontà di valorizzare le dimensioni emotive, psicologiche e relazionali che accompagnano il percorso di cura – ha dichiarato Manuela Borella, vicepresidente Nutrizione specializzata Danone Italia e Grecia –. Come Danone, lavoriamo ogni giorno per diffondere conoscenza e facilitare l’accesso agli Alimenti a Fini Medici Speciali, che possono davvero fare la differenza anche nei casi di malnutrizione per difetto legata ai Disturbi del comportamento alimentare”.
In un periodo in cui l’attenzione al cibo può amplificare fragilità e sofferenze, conoscere le difficoltà di chi vive un Dca e imparare ad accompagnarlo con sensibilità e consapevolezza è un gesto prezioso. L’obiettivo è trasformare la formazione in cura, l’ascolto in prevenzione e la competenza in un cambiamento reale per le persone e le loro famiglie.
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