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Ponti e festività 2026: poche occasioni, ma fino a 40 giorni di pausa per chi pianifica bene

Non sarà un anno di ponti spettacolari, come quello del 2025, ma il 2026 offre abbastanza spazi per chi sa costruirli. Le festività si distribuiscono in modo irregolare: alcuni sabati e domeniche “bruciano” giorni potenzialmente d’oro, altri invece aprono spiragli che, con un po’ di pianificazione, possono diventare vacanze vere.

I ponti nazionali

Capodanno apre in salita ma non troppo: cade di giovedì, e con un solo giorno di ferie (venerdì 2 gennaio) si guadagnano quattro giorni pieni. Non un vero ponte, ma un modo per allungare il respiro delle feste.
Pochi giorni dopo arriva l’Epifania, martedì 6 gennaio: basta prendere libero lunedì 5 per ottenere un lungo weekend di chiusura d’inverno, utile per staccare prima del ritorno definitivo al lavoro.

Il primo vero colpo arriva ad aprile. Pasqua e Pasquetta (5 e 6 aprile) si incastrano perfettamente con la settimana successiva: con quattro giorni di ferie — dal 7 al 10 aprile — si ottiene una pausa di nove giorni, dal 5 al 13 aprile. È il periodo più interessante dell’anno, quello che segnerà il picco delle partenze primaverili.

Il 25 aprile, Festa della Liberazione, cade di sabato: calendario sfavorevole, niente ponte. Anche Ferragosto, il 15 agosto, non regala scappatoie: sabato pieno, zero margine.
Meglio invece il 1° maggio, che cade di venerdì e crea automaticamente un weekend lungo.
E ancora: il 2 giugno, Festa della Repubblica, cadrà di martedì — perfetto per chi può prendersi il lunedì 1 come giorno libero.

Dopo l’estate, il calendario diventa più generoso:

  • Tutti i Santi, 1° novembre, cade di domenica (niente ponte ma weekend tradizionale molto sfruttato);
  • Immacolata Concezione, martedì 8 dicembre, offre invece il classico ponte di quattro giorni prendendo il lunedì 7;
  • Natale e Santo Stefano, giovedì 25 e venerdì 26 dicembre, chiudono l’anno con un lungo fine settimana che può trasformarsi in vacanza di fine anno con tre giorni di ferie (28-30 dicembre).

Nel complesso, chi pianifica con attenzione potrà ottenere fino a 40 giorni di pausa complessiva con circa 10 ferie mirate.

Le festività che cadono nel weekend non vanno perse del tutto: molti contratti collettivi prevedono la retribuzione per “festività non goduta” o maggiorazioni per chi lavora su turni festivi. Vale la pena controllare il proprio Ccnl: anche ciò che il calendario toglie, la busta paga può in parte restituire.

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L’Italia dei patroni

Ogni anno esiste un calendario “ufficiale” e un altro, meno visibile, che scorre nei comuni e nelle regioni. È quello dei santi patroni: giorni festivi locali che, nel 2026, possono cambiare la geografia reale del tempo libero.

Alcuni esempi:

  • Roma – Santi Pietro e Paolo (29 giugno, lunedì): con il weekend precedente si arriva a tre giorni pieni;
  • Milano – Sant’Ambrogio (7 dicembre, lunedì): insieme all’Immacolata dell’8 dicembre, costruisce un ponte di quattro giorni;
  • Torino, Firenze e Genova – San Giovanni Battista (24 giugno, mercoledì): due giorni di ferie (23 e 25 giugno) bastano per ottenere cinque giorni di pausa nel cuore dell’estate;
  • Bari – San Nicola (8 maggio, venerdì):  weekend lungo naturale;
  • Cagliari – San Saturnino (30 ottobre, venerdì): anticipo perfetto del ponte di Ognissanti che regala tre giorni d’autunno con poco sforzo;
  • Palermo – Santa Rosalia (15 luglio, mercoledì): con due giorni in più si crea un mini-break estivo;
  • Trieste – San Giusto (3 novembre, martedì): con il lunedì 2 libero si ottiene un ponte autunnale di quattro giorni;
  • Bologna – San Petronio (4 ottobre, domenica): festa simbolica più che strategica, cadendo nel weekend.

Questo calendario “secondario” pesa davvero. Nei comuni dove la festa patronale è riconosciuta come giorno festivo, gli uffici restano chiusi e la giornata è retribuita come festiva. Per chi lavora in aziende multi-sede, le differenze territoriali contano: un giorno in più a Bari o a Milano può significare un’occasione in meno altrove.

Il vero vantaggio del 2026 non è la quantità di ponti, ma la possibilità di organizzare il tempo in modo intelligente: spezzare l’anno in tappe, non subirlo in blocchi.

Popolazione

content.lab@adnkronos.com (Redazione)

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