(Adnkronos) – Per la prima volta in Italia, un tribunale riconosce agli investitori in criptovalute la legittimazione a costituirsi parte civile in un procedimento penale per bancarotta. Con un’ordinanza resa nel processo a carico degli ex amministratori di The Rock Trading — storica piattaforma italiana di exchange cripto, dichiarata in liquidazione giudiziale nel 2023 — il Tribunale di Milano ha accolto la costituzione di circa 200 investitori, assistiti dallo studio Orrick, nella persona degli avvocati Jean-Paule Castagno e Andrea Alfonso Stigliano. Il provvedimento si inserisce in una linea giurisprudenziale già tracciata nei casi Parmalat, Alitalia, Seat e Banca Etruria, ma ne estende per la prima volta i principi a un contesto privo finora di precedenti in sede penale: quello dei cryptoasset. Il Tribunale ha infatti riconosciuto un danno diretto e personale subito dagli investitori, distinto da quello della massa fallimentare, in relazione a condotte di diffusione di informazioni false o omissive che ne hanno condizionato le scelte di investimento. Elemento qualificante della decisione è anche l’approccio adottato per la quantificazione del danno. Oltre alla perdita patrimoniale subita, la difesa ha valorizzato il mancato incremento di valore delle criptovalute oggetto di distrazione, elaborando un “paniere cripto” rappresentativo dell’andamento del mercato. Il benchmark — costruito su base tecnica a partire dai dati contenuti nel fascicolo — è stato ritenuto idoneo a superare le obiezioni di sovrapposizione con il danno concorsuale della procedura fallimentare, permettendo di distinguere, per ciascun investitore, la lesione autonoma subita. “L’aspetto più delicato — ha dichiarato Andrea Alfonso Stigliano all'Andkronos — è stato dimostrare l’esistenza di un danno individuale e risarcibile nel processo penale, che non si confondesse con quello della massa. Per farlo, abbiamo ricostruito puntualmente ogni posizione economica, integrando i valori dei wallet con l’andamento dei mercati digitali. Abbiamo creato da zero un indice di mercato, una sorta di S&P 500 per le criptovalute, modellato sulle principali metriche di crescita del settore, così rendendo tangibile un danno spesso percepito come ‘virtuale’, ma in realtà misurabile con strumenti finanziari avanzati”. Sul piano sistemico, la decisione del Tribunale di Milano rappresenta un importante passo verso la normalizzazione del cripto-mercato anche sotto il profilo delle tutele penali. Con l’entrata in vigore del regolamento MiCar, il quadro regolatorio europeo va delineandosi in termini più stringenti, ma il processo di enforcement resta ancora affidato alla prassi e all’interpretazione giudiziale. “Questa ordinanza colma un vuoto di tutela reale che ha a lungo caratterizzato il settore cripto – sottolinea Jean-Paule Castagno all'Adnkronos – e lo fa applicando strumenti tradizionali di protezione dell’investitore anche a contesti innovativi. È un segnale importante per il mercato e per i regolatori: dimostra che anche nell’assenza di una disciplina organica pre-MiCAR, è possibile tutelare efficacemente gli investitori retail quando vengono lesi i presidi fondamentali di trasparenza, informazione e correttezza. È un primo passo per superare l’asimmetria tra il rischio percepito e la protezione effettiva”. Il caso The Rock Trading potrebbe dunque diventare una pietra angolare per future azioni penali in contesti analoghi, ridefinendo le regole del gioco non solo per gli operatori del settore, ma anche per il diritto penale dell’economia, chiamato a confrontarsi con le sfide del digitale. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Criptovalute: investitori parte civile in processo penale per bancarotta, i risvolti /Adnkronos
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