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Generali, Caldato: “Caltagirone può irrobustire la sua influenza, ecco come”

(Adnkronos) – E' aprile, ma il risiko bancario non dorme affatto. Prima l'Assemblea di Mps a Siena (17 aprile), poi quella di Generali a Trieste (24 aprile). I fondi si schierano sulla partita dell'Ops lanciata dalla più antica banca italiana (Mps) sul salotto buono della finanza milanese (Mediobanca), mentre la battaglia per il controllo del Leone entra nel vivo. Le due partite, si mormora nei salotti che contano, sono intrecciate e potrebbero trovare una propria definizione a maggio, con l'Ops di Mps su Mediobanca (e il suo 13% di Generali in pancia). Ma stando alla cronaca più piana, il primo round si giocherà a fine aprile, nella città del Leone. Per il rinnovo del consiglio di amministrazione del Gruppo assicurativo, Mediobanca punta sulla continuità, riproponendo 9 dei 10 consiglieri uscenti, inclusi il presidente Andrea Sironi e l’ad Philippe Donnet. Il gruppo Caltagirone rilancia i suoi tre attuali rappresentanti – Flavio Cattaneo, Marina Brogi e Stefano Marsaglia – e aggiunge altri tre nomi, tra cui spicca Fabrizio Palermo, ex ad di Cdp e attualmente alla guida di Acea. I fondi italiani di Assogestioni propongono una lista di minoranza con quattro candidati indipendenti, guidati dall’economista Roberto Perotti. Che farà Unicredit nella partita? Sullo sfondo la più grande operazione di consolidamento del sistema bancario. Ne parla all'Adnkronos Fabio Caldato, Portfolio manager di AcomeA Sgr. 
A breve assemblea di Mps e Generali. Quale è la probabilità che il Gruppo Caltagirone espugni il fortino del Leone?
 "Il gruppo Caltagirone ha saggiamente investito in gruppi finanziari solidi (nel caso di Mps diventato tale solo recentemente) che erogano ricchi dividendi. In tale contesto, quindi, Caltagirone può pazientemente lavorare al progetto di irrobustire la sua influenza. Le Assicurazioni Generali sono, tuttavia, un colosso in cui esercitare il controllo non è facile. Non sappiamo prevedere cosa accadrà, ma crediamo che pesi e contrappesi rimarranno vincolanti nelle dinamiche del board triestino ovvero che nessun gruppo potrà decidere le sorti delle Generali senza confronto con la minoranza". 
Prima però c'è l'altra partita: l'Assemblea di Mps per il via libera all'Ops su Mediobanca. L'Ad di Piazzetta Cuccia Nagel ha detto che un'unione tra banca d'affari e banca commerciale in un periodo di recessione è ancora più rischioso. È d'accordo?
 "Si può affermare che banche con un retaggio culturale differente possano presentare maggiori difficoltà di integrazione tra le varie linee di management, ma non vedo altri ostacoli legati al contesto economico (anzi la pressione favorisce la proattività) o ai business sottostanti diversi". 
Sempre su Mps-Mediobanca, qualcuno ha parlato di esperimento esotico
 "Non sono d’accordo, Banca Intesa nel gruppo ha la unit del private banking (Fideuram), investment banking (Imi) e banca commerciale e funziona. Anche altre banche internazionali come Hsbc, Db, Bbp o le spagnole. Così sarebbe anche la combo Mps- Mediobanca". 
Per reazione al trumpismo in Europa si inizia a parlare di unione del mercato dei capitali. Si muove qualcosa a livello Ue?
 "Non prevedo operazioni finanziarie di rilievo nelle prossime settimane". 
Ultima domanda sul risiko: pensa che l'operazione di Unicredit su Bpm possa andare a segno malgrado tutto quello che è successo con Anima?
 "L’operazione è apertissima e la sua finalizzazione dipende dalle decisioni di Unicredit che deve capire se il deal tedesco con Commerzbank può avere successo o meno, per poi andare con forza su Banco Bpm". (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

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