(Adnkronos) – Il dazio sull’acciaio europeo al 50% “è proibitivo”. Non usa mezzi termini per descrivere l’accordo raggiunto lo scorso 27 luglio tra il presidente statunitense Donald Trump e la guida della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, Mauro Maccauro, presidente e amministratore delegato di Euroflex SpA, azienda attiva dal 1967 nel settore siderurgico per la produzione di tubolari, lamiere, profilati aperti e nastri, intervistato dall’Adnkronos. Le nuove tariffe impatterebbero per quasi 23 miliardi di euro, secondo una simulazione del Centro Studi di Confindustria. A essere colpiti quasi tutti i settori dell’industria made in Italy: dall’agroalimentare all’automotive, dai macchinari alla chimica. Nel settore al momento regna l’incertezza: “Non siamo fermi, ma diversi fattori determineranno le dinamiche del mercato”. Quale sarà il futuro dell’automotive europeo? “Perdura una fase di stallo del settore e le prospettive non sono delle migliori – incalza Maccauro – abbiamo un grande punto interrogativo anche su un altro settore trainante dell’acciaio, quello degli elettrodomestici". Nelle costruzioni, l’edilizia privata ha subito un arresto con la fine del bonus 110%, "la scommessa ora è sulle grandi opere previste dal Pnrr. Tutto ciò ha finito per provocare anche un’offerta in eccesso di acciaio, rispetto alla domanda”. Incognite anche dal quadro normativo: il Cbam attanaglia i pensieri degli operatori di settore. Il ‘Carbon Border Adjustment Mechanism’ è stato introdotto dall’Unione Europea con l’obiettivo di ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio. Nella pratica, impone un prezzo sul carbonio emesso durante la produzione di beni ad alta intensità di emissioni di Co2 (come l’acciaio) importati nell’Ue, così da garantire un prezzo equo e incentivare produzioni più sostenibili nei paesi terzi. “Da simulazioni fatte, pare avremo una ‘tassa occulta’ che oscillerà tra i 50 e i 70 euro a tonnellata – aggiunge l'imprenditore – è da capire se effettivamente il Cbam entrerà a pieno regime a partire dal prossimo primo gennaio o se ci saranno delle proroghe e delle modifiche. Una cosa è certa. Leggendo il bilancio che la Commissione Europea ha inviato ai Paesi Membri e al Parlamento europeo, si evince come una delle voci su cui la Commissione intende aumentare le proprie entrate sia legata proprio al Cbam. Tante aziende, preoccupate dalla situazione, stanno programmando arrivi di materie prime entro il 31 dicembre, per cercare di avere un po’ di respiro sul primo trimestre 2026. Altri attendono maggiore chiarezza. Di certo la questione resta centrale”. Va aggiunto che negli ultimi tre mesi, il costo della materia prima ha subito una contrazione di circa il 15% e ciò ha contributo a provocare un rallentamento della domanda. “I dati dell’ultimo trimestre hanno mostrato una discesa costante della materia prima. Questo ha contribuito a provocare una riduzione delle marginalità negli ordini acquisiti”. A rischio, quindi, la competitività dell’acciaio italiano ed europeo. L’Europa dovrà difendersi dal surplus di materia prima proveniente da Paesi extra Ue che, fino a oggi, trovavano lo sbocco naturale negli Stati Uniti e che ora, a causa dei dazi introdotti da questo Paese, vedrebbero riversate le maggiori quantità invendute sul mercato europeo. L’alzata di scudi creerebbe inevitabili conseguenze, secondo Maccauro: “Certo è che maggiori barriere europee contro le importazioni di materia prima rischierebbero di far lievitare nuovamente i prezzi e avviare una stagione speculativa che difficilmente potrà essere tenuta sotto controllo. Bisognerà auspicare regole che diano stabilità ed equilibrio al mercato e tutelare non solo la materia prima europea ma anche i semilavorati, molti dei quali non hanno né dazi né quote di salvaguardia in entrata”. Attenzione anche alle mosse di Pechino. “Da tempo ciò che accade in Cina ha immediate ripercussioni anche nei nostri mercati. Basti pensare che la Cina si sta già preparando a offrire acciaio green per evitare il sovrapprezzo previsto dal Cbam”. Dopo un semestre in affanno, l’aspettativa per i prossimi sei mesi è di una ripresa del prezzo: “L’inasprimento delle quote di salvaguardia e la prospettiva dell’entrata in vigore del Cbam sta creando un’aspettativa di prezzi al rialzo, anche in considerazione del fatto che le filiere a valle di questi mercati chiedono sempre più acciaio sostenibile”. Nel frattempo, undici Paesi membri, tra cui l’Italia, hanno chiesto alla Commissione un nuovo strumento di salvaguardia siderurgica che tenga conto di volumi flessibili per adattarsi all'evoluzione della domanda europea e dazi doganali supplementari su tutte le importazioni in eccesso. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Maccauro (Euroflex): “Dazi sull’acciaio proibitivi, a rischio competitività settore. Attenzione a Cina”
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