(Adnkronos) – "L'evoluzione di quanto sta accadendo in Ucraina da oltre tre anni riguarda tutti noi. Allo stesso tempo vedo altre emergenze. I giovani, la povertà. Argomenti che dovrebbero essere centrali sia per i governi europei, sia per le grandi aziende. Temi che toccano tutti noi e che richiedono un impegno collettivo. Lavoriamo per dare un'altra agenda alle priorità politiche. Non possiamo avere come unico tema di dibattito pubblico l'incremento degli investimenti nella Difesa". Carlo Messina, consigliere delegato e Ceo di Intesa Sanpaolo, appena eletto banchiere europeo dell'anno dalla stampa finanziaria tedesca, risponde per un'ora alle domande de La Stampa. Un viaggio nel mondo in bilico. "Davvero dobbiamo temere che 150 milioni di russi possano invadere l'Europa, dove vivono 450 milioni di persone?". Secondo Messina "come Europa dobbiamo porci il tema di un sistema di difesa integrato da rafforzare, dobbiamo tenere conto del minor impegno militare annunciato dagli Stati Uniti nei confronti della Nato. Ma allo stesso tempo l'Europa deve darsi un grande piano di investimenti comuni nel campo della tecnologia, dell'energia, delle infrastrutture. Solo così potrà assicurarsi un ruolo nelle sfide del mondo globale". Rispondendo alla domanda se diventerà l'idolo dei pacifisti, Messina risponde: "Non voglio diventare l'idolo di nessuno. Cerco di guardare le cose con un po' di buonsenso. Dobbiamo riequilibrare la Difesa considerate le scelte degli Stati Uniti? Benissimo. Ma in Italia abbiamo industrie militari e tecnologiche di livello assoluto, a cominciare da Leonardo e Fincantieri. Se gli investimenti vengono fatti in ricerca, intelligenza artificiale, sistemi difensivi adeguati ai tempi, ad esempio per intercettare il lancio di missili ipersonici o l'attacco di droni è un conto. Se invece vogliamo solo riconvertire vecchie fabbriche per costruire armi convenzionali, allora siamo fuori strada. Facciamo però attenzione a non alimentare i sovranismi", sottolinea Messina che chiosa: "Come spiegare a persone che non arrivano alla fine del mese che la priorità è investire in Difesa? Quando la vita di tutti i giorni si confronta con la dignità del lavoro, la possibilità di crescere una famiglia, la tutela dell'occupazione femminile. Vanno date risposte reali a problemi concreti, quotidiani e visibili. In Intesa Sanpaolo abbiamo un programma di contrasto alla povertà e alle disuguaglianze con un impegno di 1,5 miliardi. Sul tema di legare i salari alla produttività Messina dice: "Le teorie economiche sono giustissime, perfette, però a mio avviso i livelli retributivi dovrebbero aumentare quando le aziende fanno più utili", risponde. "Oggi anche chi guadagna duemila euro al mese fa parte di quei working poor che non sono in grado di assorbire un imprevisto in casa. In Intesa Sanpaolo abbiamo alzato gli stipendi per oltre 400 euro al mese, sulla base del principio 'se facciamo più utili è giusto ridistribuirli alle persone che lavorano in banca'. Naturalmente garantendo i dividendi agli azionisti", conclude. —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Messina (Intesa Sp) avverte: “L’Ue pensi più al lavoro e meno alla Difesa”
© Riproduzione riservata