fbpx
25.1 C
Pisa
giovedì 5 Giugno 2025
Segnala a Zazoom - Blog Directory
spot_img

Ue, F.Grosset: “Bene Letta sul mercato unico, ma serve armonizzazione fiscale”

(Adnkronos) – "L’intervista rilasciata da Enrico Letta su Il Sole 24 Ore ha riportato con forza al centro del dibattito una questione che va ben oltre la tecnica finanziaria: la costruzione di un mercato unico del risparmio europeo come fondamento di una nuova autonomia strategica dell’Unione. Il progetto della Savings and Investments Union (Siu) non è più un esercizio teorico: è una sfida politica, industriale e culturale". Così Christophe F. Grosset – Fondatore di FinNova, Ecosystem Innovator & Connection Strategist, parlando con l'Adnkronos.  L’Italia si trova di fronte a un bivio: può limitarsi a seguire il dibattito, o cogliere l’occasione per giocare un ruolo attivo e costruttivo. "Le condizioni per farlo ci sono tutte", risponde Grosset. "L’Italia è uno dei Paesi europei con la più alta propensione al risparmio, e allo stesso tempo uno di quelli in cui tale risparmio è meno efficacemente trasformato in investimento nell’economia reale. Il motivo? Una combinazione di ostacoli regolamentari, limiti distributivi, barriere culturali e carenza di strumenti realmente orientati al medio-lungo termine", dice.  "A mio avviso, la Siu può rappresentare il punto di svolta, e non solo perché amplierebbe la disponibilità di capitali per le imprese italiane – in particolare le Pmi – ma perché costruirebbe un quadro europeo armonizzato in cui i risparmiatori potrebbero accedere facilmente a strumenti trasparenti e remunerativi, gli intermediari avrebbero la facoltà di operare con regole omogenee e orizzonti di scala più ampi, e il legame tra risparmio privato e transizione industriale sarebbe finalmente rafforzato", afferma. L'Italia parte da zero? "No, anzi. Il Belpaese dispone di modelli operativi e competenze che possono contribuire concretamente alla costruzione della Siu, a partire dalla consulenza evoluta, che ha saputo unire relazione personale e innovazione digitale ed è oggi un benchmark riconosciuto in Europa. Infatti, l’esperienza nella formazione e certificazione professionale degli operatori, sviluppata negli anni attraverso reti capillari e programmi strutturati, è divenuta un asset esportabile, insieme al modello distributivo integrato – reti di consulenti, piattaforme digitali, private banking – che ha generato un livello di engagement e fiducia tra risparmiatore e intermediario che altri sistemi faticano a replicare", dice. "A mio avviso, in un’Europa che punta a rilanciare il mercato dei capitali per finanziare l’innovazione, la transizione energetica e la crescita sostenibile, tali competenze “made in Italy” possono offrire un contributo rilevante e replicabile", prosegue ancora. "Superare le barriere alla circolazione di know-how e soluzioni – spesso più culturali che normative – significa anche aprire uno spazio di leadership per gli attori italiani che già operano su questi modelli. Le condizioni ci sono, ma serve un salto di visione, poiché il contesto è favorevole: la Commissione Europea ha tracciato una roadmap chiara, e la presidenza polacca del Consiglio UE ha posto il tema al centro dell’agenda, in vista del suo meeting del 30 giugno. Inoltre, diverse realtà italiane, tra associazioni, asset manager e operatori finanziari, hanno espresso apertura e convergenza di visione, anche nei recenti interventi pubblici", dice. "Non credo, infatti, che la Siu sia un vincolo, quanto piuttosto un’occasione di crescita e posizionamento internazionale per l’Italia. Tale progetto, può rappresentare un accesso più diretto e meritocratico ai capitali europei per imprese e territori, oltre a dare una spinta a valorizzare le competenze industriali e consulenziali già mature; inoltre, ciò potrebbe dare al Paese l’opportunità di trasformarsi da mercato domestico protetto a snodo operativo e strategico del mercato unico europeo del risparmio", dice. "Il messaggio è semplice: l’Italia ha tutto da guadagnare nel contribuire a costruire questo nuovo ecosistema. Per farlo, però, deve agire con convinzione, visione e spirito di sistema", risponde. Cosa manca? 2Se i presupposti ci sono, e le opportunità pure, ciò che manca è una regia sistemica che unisca operatori pubblici e privati, e che non si limiti a commentare, ma proponga, strutturi, sperimenti. Ritengo servano iniziative concrete, a livello paneuropeo. Ciò si declina sia per gli strumenti, con soluzioni per il retail, ispirate ai Pir italiani, ma semplificate e scalabili, sia nella struttura, incentivando sandbox (ossia aree di test controllate e isolate per sperimentare senza rischiare di danneggiare il sistema principale) regolamentari per implementare in sicurezza soluzioni digitali e ibride, e percorsi di armonizzazione fiscale e legale su base volontaria, anche in ambito di cooperazione rafforzata", conclude. (di Andrea Persili) —finanzawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

© Riproduzione riservata

spot_img

Notizie correlate

Pisa
nubi sparse
25.1 ° C
26.8 °
24.4 °
73 %
5.7kmh
40 %
Gio
25 °
Ven
25 °
Sab
25 °
Dom
25 °
Lun
28 °

Ultimi articoli

SEGUICI SUI SOCIAL

VIDEO NEWS