(Adnkronos) – "Ma perché si è fatta fregare così?". Nemmeno le accuse di Giuseppe Conte hanno smosso Giorgia Meloni, che per tutta la durata del premier time alla Camera ha mantenuto un 'aplomb' invidiabile. In un dibattito che, salvo poche eccezioni, è scivolato per oltre un'ora tra i botta e risposta con l'opposizione ma senza grandi scossoni, tradendo l'attesa creata dall'anno e più di assenza dalla premier in aula al premier question time. A promettere scintille era stato il gruppo di Avs, con Marco Grimaldi accomodato tra i banchi avvolto nella kefiah. Di fronte ad Angelo Bonelli, che la interrogava su Gaza, la Meloni non si è certo sottratta nel dibattito. Ma quando il leader di Verdi l'ha incalzata: "E' inutile che fa i gesti!", la premier è rimasta quasi impassibile ad ascoltare braccia conserte, limitandosi a fare spallucce: "Non faccio nessun gesto". Al suo fianco Meloni aveva tutti i ministri ma non i suoi vice Tajani e Salvini. Così a farle da 'sparring' durante il Qt si è prestato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, con il quale spesso ha dialogato. Il primo 'buuu' dell'opposizione nei confronti della Meloni si è alzato quando la presidente del Consiglio ha spiegato: "Ora parlo da madre". Ma lei ha incassato e, senza raccogliere, ha proseguito: "Allora parlo da presidente del Consiglio…". A metà premier time, il colpo di scena: in aula si materializza un fantasma. Un inedito assoluto nella storia, per quanto lunga, di Montecitorio. E' Riccardo Magi, cui non era stato consentito di presentare la sua interpellanza. Il segretario di +Europa riesce a fare qualche gradino, ad arrivare quasi ai banchi del governo per urlare alla premier: "Se lo ricorda presidente Meloni quando accusava i governi di silenziare i referendum? Era il 2016 e il 2022!”. Divertita la Meloni che, sorridendo, segue con gli occhi la scena di Magi che, espulso, viene portato di peso fuori dall'aula dagli assistenti parlamentari. E' un attimo, e ritorna la calma. Tocca al primo 'Eva contro Eva' del premier time, quando Maria Elena Boschi punta il dito contro la presidente del Consiglio: "Glielo dico da donna: lei non è all'altezza!, tra gli applausi di Italia viva e anche dei deputati del Pd. Ma Meloni, anche stavolta, resta impassibile. Un po' più dura si fa per la premier quando attacca Giuseppe Conte, con un crescendo di accuse al governo e alla presidente del Consiglio sulle spese per il riarmo. Con lui, Meloni 'incrocia le lame' e risponde anche con ironia: "Sarà uno dei tanti Giuseppi che abbiamo imparato a conoscere…". Quando il leader M5s 'chiama' il minuto di raccoglimento per le vittime di Gaza, solo i deputati del M5s e del Pd raccolgono e si alzano in piedi in aula. "Lei rimane seduta?”, chiede Conte alla Meloni che, anche qui, lascia cadere, mentre dai banchi dei 5 stelle si alza il grido "vergogna!''. Il premier time va verso il finale, con una 'scaletta' che sembra scritta ad arte, con il duello più atteso: Elly contro Giorgia. La Schlein parte forte, parla di Sanità e di liste di attesa. La Meloni alza il tono della replica, parla di "propaganda" (trai buuuu dei deputati del Pd) e di "macumbe". Ma è la segretaria del Pd che riesce a impedire il 'percorso netto' alla premier, fino a quel momento controllatissima di fronte agli strali dei leader di opposizione: quando Elly accusa il governo dei tagli alla Sanità, Giorgia non si tiene: abbandona il contegno 'british' mantenuto fino a quel momento e, ad ampi gesti, agitando l'indice, esclama: "Non è vero. Non è vero, è una bugia!". —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
Kefiah e fantasmi in Aula alla Camera, Meloni non raccoglie e solo alla fine ‘sbotta’ con Schlein
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