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Tassa sulle banche, Salvini a Patuelli: “Per ogni lamentela chiederemo 1 miliardo in più”

(Adnkronos) – “Ogni lamentela in più” da parte delle banche “è un miliardo in più che gli chiediamo”. Così il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a Napoli per la presentazione dei candidati di lista della Lega in vista delle Regionali, commentando le parole del presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli, secondo cui non esiste il concetto giuridico di extraprofitti.  

Sono – aggiunge – “gente che finirà quest’anno con 50 miliardi di guadagno, una parte dei quali dovuti alle commissioni che impongono ai commercianti o agli interessi che chiedono a chi prende un prestito in banca e interessi che non danno agli italiani che lasciano soldi in banca, gente che per sua fortuna e suo merito guadagnerà 50 miliardi di euro mentre tanti italiani e tante imprese sono in difficoltà” e quindi “dovrebbe avere vergogna a lamentarsi, per un contributo che il governo ha giustamente chiesto di 4 miliardi”.  

“Una parte di questi utili sono garantiti dallo Stato quindi dai cittadini ed è un modo di fare impresa, per cui se guadagno i soldi sono miei, se perdo ce li mette lo Stato e quindi i cittadini. Fare impresa così non è normale. Se poi il governo ti chiede un contributo a esempio per assumere forze dell’ordine o medici e infermieri, o per rottamare le cartelle dell’Agenzia delle entrate dovresti solo essere felice di contribuire alla crescita del Paese. Gli unici che non si possono lamentare in Italia sono i banchieri”, ha chiuso Salvini. 

“Nel linguaggio costituzionale e di diritto privato e pubblico italiano non esiste il concetto giuridico di extraprofitti. Solo durante la prima guerra mondiale si sono citati gli extraprofitti delle industrie belliche, che avevano un monopolio senza concorrenza e quindi si erano arricchite. Non è un elemento che si trova nel diritto costituzionale o in tempo di pace”, le parole pronunciate dal presidente dell’Abi Patuelli nell’intervento all’evento organizzato dalla ‘Stampa’ a Torino ‘Tuttosoldi, la festa dell’educazione finanziaria’.  

Patuelli ha contestato anche le cifre fatte circolare dal vicepremier Matteo Salvini: “I numeri 51 e 44 miliardi – spiega – non sono esatti perché si confondono ricavi lordi con utili netti già tassati. Le banche pagano imposte societarie elevate, addizionali e ritenute fiscali. Pertanto, è importante basarsi sui dati corretti e non confondere ricavi lordi con utili netti”. 

Patuelli ha aggiunto di non credere al rischio che le banche scarichino le tasse sui clienti: “I costi dei conti correnti sono rimasti stabili o si sono ridotti grazie alla concorrenza tra conti tradizionali e tecnologici, che è attiva anche a livello europeo. La vigilanza italiana ed europea controlla molto attentamente le politiche sui costi bancari”. 

 

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webinfo@adnkronos.com (Web Info)

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