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All’università di Pisa una tavola rotonda dedicata alla gestione del rischio di disastro

PISA – Si terrà a Pisa un’importante tavola rotonda dedicata alla gestione del rischio di disastro, una questione resa particolarmente attuale dal ripetersi di eventi estremi e dalle sfide che questi pongono a comunità e istituzioni.

L’appuntamento è per venerdì 22 novembre, dalle 9.30, nell’aula Magna A.Pacinotti della scuola di ingegneria dell’università di Pisa.

L’evento fa parte del Progetto di ricerca di Ateneo (Pra 2022) Disaster risk management: un approccio pluridisciplinare, coordinato dal professor Vincenzo Zarone e finanziato dall’università di Pisa. Il progetto si concentra su modelli per la gestione del rischio di disastro, con un’attenzione specifica ai rischi ambientali e idrogeologici che interessano la Toscana e Pisa. Il territorio toscano, infatti, è particolarmente esposto a rischi di dissesto idrogeologico, con l’intero tessuto urbano e industriale che risente dell’alto livello di rischio frane e alluvioni, rendendo urgente l’adozione di soluzioni avanzate e interdisciplinari.

La tavola rotonda è organizzata in collaborazione con il Centro interdipartimentale Diritto e tecnologie di frontiera (Detect) e ha un duplice scopo: da un lato, diffondere i primi risultati della ricerca attraverso una discussione sui casi studio che il gruppo ha analizzato e sviluppato; dall’altro, creare un dialogo tra il mondo accademico e rappresentanti di istituzioni e aziende, favorendo un confronto tra le prospettive di ricerca e le pratiche operative nella gestione dei rischi di disastro.

Come ha sottolineato Nassim Nicholas Taleb, “la frequenza dei cigni neri è spesso sottovalutata e ignorata nei modelli tradizionali, eppure sono questi eventi estremi che modellano il mondo.” Il convegno mira a far emergere, anche in ambito accademico e pratico, la necessità di considerare l’imprevedibile e di adottare approcci di gestione del rischio che abbraccino le complessità del reale.

Il programma

Dopo i saluti di apertura e l’introduzione del coordinatore del progetto Vincenzo Zarone, la giornata sarà inaugurata dall’intervento di Antonio Mazzeo, Presidente del Consiglio Regionale della Toscana.

La mattinata sarà articolata in tre sessioni tematiche:

  • Sessione Tematica 1 (10-11)
    I disastri naturali: il contesto regolamentare che evolve e gli attori istituzionali coinvolti
    Questa sessione, coordinata dalla Prof.ssa Elisabetta Catelani, Direttrice del Detect, esplorerà il contesto normativo in continua evoluzione che regola la gestione dei disastri naturali, soffermandosi sui ruoli degli attori istituzionali coinvolti. Interverranno il professor Franco Cotana, Amministratore Delegato di Ricerca sul Sistema Energetico (Rse), che discuterà della resilienza delle infrastrutture energetiche agli eventi estremi, e Fabrizio Sbicca dell’Anac, che affronterà le problematiche negli appalti pubblici in situazioni di emergenza.
  • Sessione Tematica 2 (11-12)
    Governo dei rischi e disastri naturali: dalla vulnerabilità alla resilienza
    La seconda sessione, guidata dalla Prof.ssa Rosa Lombardi dell’Università di Roma La Sapienza, sarà dedicata ai temi della vulnerabilità e della resilienza dei territori di fronte ai disastri naturali. Tra i relatori, Carlo Vermiglio dell’Università di Messina parlerà dell’intelligenza urbana applicata alla gestione dei rischi, mentre Stefano Maestri Accesi di Generali Italia si concentrerà sul ruolo delle soluzioni assicurative nella mitigazione dei danni economici. Verrà inoltre presentato un cortometraggio dal titolo Lettera dal Futuro, introdotto da Sergio Bianchi, Presidente dell’Associazione Avus dell’Aquila, che ne illustrerà le finalità.
  • Sessione Tematica 3 (ore 12:00-13:00)
    Comprendere gli approcci attuali nel fronteggiamento del rischio per estendere le frontiere della ricerca
    La terza e ultima sessione, introdotta dal professor Stefano Giordano dell’università di Pisa, si concentrerà sugli approcci più recenti alla gestione del rischio di disastro, con un’attenzione particolare alle possibilità di estendere le attuali frontiere della ricerca. In questo contesto, Maria Di Rosa, Danis Ionut Filimon ed Elena A. Ferioli presenteranno un approfondimento sul caso della miniera di Matra in Corsica, esaminando la fase di disaster recovery e le strategie adottate per fronteggiare le criticità di questo territorio.

Seguiranno gli interventi degli altri componenti del gruppo di ricerca, con approfondimenti sulle diverse sfaccettature della gestione del rischio di disastro: Antonio Aiello, Nicola Castellano, Federica De Santis, Francesca Giuliani, Lorenzo Pollini, Claudia Presti, Daniele Tammaro e Diletta Vito.

L’evento si concluderà con le riflessioni del professor Giuliano Manara. Al termine della tavola rotonda, i partecipanti potranno prendere parte a un light lunch.

L’ingresso è gratuito e aperto a tutti gli interessati, con iscrizione obbligatoria. Per partecipare, inviare una mail a: vincenzo.zarone@unipi.it.

Il progetto di ricerca

Il progetto di ricerca si focalizza sulla gestione del rischio di disastro in prospettiva pluridisciplinare. La rilevanza del tema è legata alla crescita dei processi di urbanizzazione e sviluppo industriale (Undesa, 2019), alle dinamiche dei cambiamenti climatici (Unfccc, 1992), al verificarsi di eventi meteorologici estremi, di catastrofi naturali e/o conseguenti a fattori antropici, che pongono sfide inedite per le istituzioni locali, nazionali e sovranazionali. La gestione degli effetti di questi fenomeni avviene in contesti caratterizzati da una pluralità di fattori economici e umano-sociali, fortemente interconnessi (wicked problems: cfr. Head, Alford, 2015) che rendono complessi i quadri di analisi e l’attività di policy making. La letteratura converge spesso nel sottolineare l’inadeguatezza dei tradizionali modelli di risk management di “eventi estremi” (Taleb et al. 2009)  per quanto riguarda anzitutto la scarsa attendibilità di predizione (Webster, Jian, 2011), sottolineando il significato che assumono, in questo contesto, concetti quali vulnerabilità, rischio e incertezza (Sarewitz et al. 2003). Da più ambiti disciplinari si richiama la necessità di sviluppare modelli di risk management più affidabili nel fronteggiamento degli “eventi estremi” (Kunreuther, 2002; Nam et al., 2012), sottolineando, per esempio, aspetti legati all’empowerment ex-ante di prevenzione e preparazione del sistema.

I disastri naturali, infatti, a fronte di una probabilità relativamente bassa di accadimento, comportano conseguenze particolarmente distruttive (Fischbacher-Smith, 2010): negli ultimi 30 anni, tali fenomeni sono stati causa di più di 2,5 milioni di perdite umane, con danni stimati in circa 4 trilioni di dollari, perdite la cui entità è quadruplicata negli ultimi quarant’anni da 50 a 200 miliardi di dollari (cfr. UN Office for Disaster Risk Reduction). La resilienza ai disastri richiama inevitabilmente responsabilità di analisi e studio multidisciplinari (Paton e Johnston 2017; Shaw 2020), su scala urbana, locale (Sciulli et al., 2015; Vermiglio et al. 2022), di comunità (Norris et al. 2008; Madsen e O’Mullan, 2016). Più recentemente, si sono messi in luce anche contributi innovativi legati all’adozione di nuove tecnologie nelle diverse e specifiche fasi del ciclo di gestione del disastro (Vermiglio et al. 2021). 

Tra le varie tipologie di disastro, il progetto si concentra sui rischi ambientali e in particolare su quelli connessi al dissesto idrogeologico. Tali rischi assumono una specifica rilevanza nella Regione Toscana, in cui il 100% dei comuni rientra in aree a pericolosità da frana P3 e P4 e/o idraulica P2 e i valori degli indicatori di rischio considerati dall’ISPRA riferiti al dissesto idrogeologico sono tra i più elevati d’Italia. Valori analogamente allarmanti riguardano inoltre l’esposizione al rischio di alluvioni delle comunità cittadine e dei relativi assetti urbanistici e dei beni culturali, delle industrie e del tessuto produttivo

REDAZIONE

© Riproduzione riservata

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