PISA – Ieri a Pisa, la mobilitazione in sostegno alla Global Sumud Flotilla ha assunto forme diverse e simboliche. Dopo l’appuntamento in Piazza Garibaldi, la protesta si è spostata sui binari della stazione di Pisa Centrale, trasformando la città in un luogo di visibilità e riflessione.
Decine di imbarcazioni stanno salpando in questi giorni verso Gaza, con l’obiettivo di rompere l’assedio israeliano e portare aiuti umanitari. A bordo, centinaia di persone provenienti da oltre 44 Paesi mostrano che la solidarietà può superare confini e governi.
Il messaggio dei manifestanti è chiaro: “Se perdiamo contatto con la Sumud Flotilla, noi bloccheremo l’Europa”. Un grido forte, che denuncia le complicità percepite dei governi occidentali nell’occupazione e nel sostegno militare a Israele, mentre le popolazioni civili continuano a soffrire.
La scelta di portare la protesta sui binari della stazione ha un valore simbolico. I manifestanti vogliono ricordare che la guerra non è lontana, e che la responsabilità civile e politica riguarda tutti, anche chi osserva da casa.
Secondo gli organizzatori, sostenere la flotta è un gesto concreto: dove entrano mezzi militari, dovrebbero poter entrare anche quelli umanitari. La mobilitazione invita a riflettere sulle priorità dell’Europa e sul ruolo delle città come spazi di denuncia e solidarietà.
La giornata pisana lascia un messaggio chiaro: la società civile può fare la differenza, e la solidarietà non conosce confini. Dalla piazza ai binari, la voce della città si unisce a quella della flotta, per fermare la macchina della guerra e difendere l’umanità.
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