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Falsi commercialisti si appropriano di 3 milioni di euro degli ignari clienti – Video

PISA – Falsi commercialisti si appropriano di tre milioni di euro dei clienti ignari e poi fanno fallire il loro centro di elaborazione dati appropriandosi del denaro relativo. 

All’esito di un’attività di polizia giudiziaria coordinata dalla locale procura a contrasto dei reati contro il patrimonio, i finanzieri del comando provinciale di Pisa hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari a tre soggetti di origini pisane – soci e amministratori di un centro elaborazione dati – per i reati di esercizio abusivo della professione, truffa e bancarotta fraudolenta.

L’indagine è scaturita a seguito della ricezione di alcune denunce sporte da imprenditori e commercianti della zona, che si erano visti recapitare, da parte dell’Agenzia delle Entrate, cartelle esattoriali per il mancato pagamento delle imposte, nonché comunicazioni di fermo amministrativo delle auto di proprietà. Inoltre, dopo aver eseguito l’accesso al cassetto fiscale, i malcapitati si erano accorti che qualcuno, per loro conto, aveva inoltrato all’amministrazione finanziaria false richieste di rateizzazione o rottamazione del debito tributario accumulato.

Attraverso gli accertamenti bancari e l’analisi dei dati contenuti negli applicativi informatici in uso al Corpo, i militari del gruppo di Pisa, sentite altresì le numerose persone raggirate, hanno accertato che i tre soci, nello svolgere la professione di consulenti fiscali senza alcun titolo abilitativo o iscrizioni all’albo, avevano truffato circa una quarantina di clienti (tra lavoratori autonomi, imprenditori edili, commercianti, medici, gioiellieri) appropriandosi indebitamente del loro denaro – pari a circa 3 milioni di euro – incassato in contanti o tramite assegni bancari, per la cura e la gestione della contabilità, con incarico di provvedere al pagamento delle imposte e dei contributi previdenziali dovuti in relazione all’attività commerciale svolta.

Dopo aver intascato l’ingente somma di denaro, utilizzata principalmente per le spese di natura personale, i falsi commercialisti, due uomini e una donna rispettivamente di 66, 75 e 77 anni – nel periodo dal 2017 al 2023 – hanno cagionato dolosamente il fallimento della loro società, un centro elaborazione dati situato a Pisa, distraendone il patrimonio aziendale e occultando i libri e le scritture contabili alla curatela.

REDAZIONE

© Riproduzione riservata

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