PISA – Morte Scieri, condannati a Pisa per omicidio ex caporali Folgore.
La Corte di Assise di Pisa ha condannato giovedì 13 luglio a 26 anni di reclusione Alessandro Panella e a 18 anni Luigi Zabara, entrambi ex caporali della Folgore.
Al termine del processo per l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi dell’allievo paracadutista Emanuele Scieri, 26 anni.
Trovato morto nella caserma ‘Gamerra’ di Pisa il 16 agosto 1999.
La sentenza è stata pronunciata oggi pomeriggio 13 luglio dal presidente della Corte Beatrice Dani. Prima di ritirarsi in camera di consiglio per emettere il verdetto, la Corte questa mattina ha ascoltato come testimoni tre donne che erano già state interrogate nel 1999 nel corso delle indagini dopo l’omicidio.
Alla lettura della sentenza in Aula era presente solo l’imputato Zabara.
Per la famiglia di Scieri c’era il fratello Francesco, che si è commosso ed ha iniziato a piangere.
“Non c’è nessuna gioia e nessuno esulta perché Emanuele è morto ma questa sentenza rinsalda in noi il senso di giustizia”. La commozione dei familiari di Emanuele Scieri, il fratello Francesco e la madre Isabella Guarino. Affidando le loro parole agli avvocati Ivan Albo e Alessandra Furnari, legali di parte civile.
La Corte ha accolto la richiesta di risarcimento del danno da liquidare in separata sede civile alla famiglia Scieri.
I giudici hanno riconosciuto il ministero della Difesa responsabile in solido con i due condannati e allo stesso tempo al ministero è stato riconosciuto un danno cagionato da Panella e Zabara.
Il caso Scieri era stato riaperto nel 2017 dalla Procura pisana guidata allora dal procuratore capo Alessandro Crini. Lo scorso 3 marzo Crini, da poche settimane in pensione, durante la requisitoria aveva chiesto 24 anni per Panella e 21 per Zabara. Nella richiesta di condanna, la Procura aveva riconosciuto la sussistenza di circostanze attenuanti generiche equivalenti all’aggravante dei futili motivi. I due imputati, che si sono sempre dichiarati innocenti, tramite i loro avvocati, faranno ricorso contro la sentenza di condanna.
Secondo la ricostruzione della Procura, i due imputati, insieme a una terza persona, la sera del 13 agosto del 1999, dopo averlo fatto spogliare e dopo averlo picchiato, avrebbero obbligato Emanuele Scieri a salire sulla torre di asciugatura dei paracaduti. Poi avrebbero fatto pressione con gli scarponi sulle nocche delle sue dita. Il giovane è precipitato. Secondo le perizie, Emanuele Scieri morì dopo qualche ora di agonia ed un soccorso immediato avrebbe potuto salvarlo.
Nella requisitoria, il procuratore Crini e il sostituto procuratore Sisto Restuccia avevano ricostruito anche il clima di nonnismo dell’epoca. Ed hanno chiamato in causa le responsabilità dei dirigenti della caserma che avrebbero coperto il fatto.
Emanuele Scieri, nato e residente a Siracusa, laureato in giurisprudenza, ha 26 anni quando viene chiamato sotto le armi nel luglio del 1999. Sta già svolgendo pratica in uno studio legale. Finito il Car (il centro addestramento reclute) a Firenze, Scieri viene trasferito alla caserma Gamerra di Pisa il 13 agosto.
Dopo aver sistemato i bagagli in camerata, Scieri esce insieme ad altri coetanei per una passeggiata nel centro di Pisa. Rientra in caserma alle 22.15, ma al contrappello delle 23.45 non risponde.
Il corpo restò ai piedi della scala di una torre di asciugatura dei paracaduti per tre giorni. Venne ritrovato il 16 agosto.