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Volterra, la strage dei cavalli maltrattati. Ihp si oppone all’archiviazione

VOLTERRA – Ihp, Italian Horse Protection Onlus, tramite i suoi legali ha presentato istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione dell’indagine sulla morte di 19 cavalli avvenuta nella tenuta di Tignano, vicino a Volterra, avanzata dalla Procura di Pisa. E chiede di indagare sulla presenza di rifiuti tossici. Una strage che ha visto tra dicembre 2018 e dicembre 2020 nella tenuta di Tignano, dove l’associazione che si occupa della tutela di cavalli maltrattati si era trasferita, morire improvvisamente e nel giro di pochi minuti 19 cavalli in buona salute, dopo essersi accasciati mentre stavano pascolando. Un caso che in Italia non ha avuto eguali.

IHP gestisce il primo centro di recupero in Italia per equidi maltrattati e sottoposti a sequestro. Il Centro è stato riconosciuto con Decreto dal Ministero della Salute il 23 dicembre 2009. Il centro, dopo aver lasciato la tenuta di Tignano, si trova ora a Montaione.

Sulla vicenda nel gennaio 2021 venne presentata un’interrogazione parlamentare da Patrizia Prestipino, Pd, ai ministri della Salute e dell’Ambiente.

Sonny Richichi, presidente Ihp: “La Procura di Pisa ha chiesto di archiviare il caso, senza che ad oggi sia stata fornita una spiegazione plausibile sulla causa di quelle morti. Non sappiamo neppure se la causa sia dolosa o ambientale. Ci lascia molto perplessi la scelta dell’archiviazione, soprattutto perché successivamente a quelle morti in Toscana sono emersi fatti gravi relativi all’inquinamento ambientale.

A Tignano non sono mai stati fatti accertamenti sui terreni, nonostante noi lo avessimo richiesto perché con le piogge e il calpestio, a più riprese, sono emersi rifiuti e sostanze sospette che probabilmente erano state seppellite in quei luoghi anni addietro. Purtroppo, anche la cosiddetta ‘inchiesta Keu’ ci insegna che la Toscana, e in particolare la zona fra Empoli e Siena, non distante da Tignano, è stata teatro di gravissimi fatti in materia di avvelenamento del suolo. Ci siamo opposti e abbiamo chiesto alla Procura di disporre carotaggi nelle zone dove sono morti i cavalli per andare a vedere se ci siano sostanze tossiche potenzialmente mortali per quel tipo di animali”

Quindi il presidente Ihp: “Restano anche molte altre aree scoperte delle indagini e questo è dovuto alla mancanza di un coordinamento scientifico capace di gestire le fasi successive ai decessi: spesso le autopsie non sono state eseguite con la necessaria tempestività, sono state fatte ore o giorni dopo le morti, e questo ha fatto sì che alcune sostanze estremamente volatili, ad esempio il cianuro, risultassero di fatto impossibili da rintracciare. A questo punto non sapremo mai se qualcuno ha ucciso i nostri cavalli, ma chiediamo che ogni approfondimento ad oggi ancora esperibile venga fatto. A partire dalle analisi dei terreni.

Non ci sembra trascurabile il fatto che nessun cavallo sia morto dopo che abbiamo lasciato Volterra per trasferirci a Montaione, nel luglio scorso: prima e dopo la parentesi trascorsa a Tignano i nostri cavalli sono sempre morti di vecchiaia o di malattia, non abbiamo avuto nessun altro decesso sospetto al di fuori di quella tragica parentesi durata due anni. Ripeto: dopo che diverse altre inchieste hanno portato alla luce reati ambientali gravissimi in Toscana, davvero non si vuole andare a capire cosa c’è sotto terra a Tignano?”.

 

© Riproduzione riservata

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