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Al Teatro del Silenzio protagonista anche l’alta moda con le creazioni di Eleonora Lastrucci

LAJATICO – Il cielo terso della Valdera, il respiro delle colline, il silenzio e un’idea: trasformare quel paesaggio in una voce. È così che nasce, vent’anni fa, il Teatro del Silenzio, da un’intuizione condivisa tra il tenore Andrea Bocelli e l’architetto Alberto Bartalini.

Oggi, quella visione è diventata un appuntamento mondiale, con tre serate – 22, 24 e 26 luglio – che fondono musica, arte e moda, in un equilibrio che non smette di sorprendere.

Nel cuore di questo paesaggio, Andrea Bocelli è il centro magnetico di uno spettacolo che quest’anno accoglie ospiti del calibro di Placido Domingo, Brian May, Clara e una serata interamente dedicata a suo figlio.

Ma tra le pieghe di questo “palcoscenico delle meraviglie”, come Bocelli stesso ama definirlo, c’è spazio anche per un’eleganza che si fa presenza e memoria. A portarla è la stilista toscana Eleonora Lastrucci, le cui creazioni haute couture hanno accompagnato sul palco la violinista Rusanda Panfili, solista accanto a Bocelli, e la mezzosoprano Giada Venturini.

Tessuti iridescenti e tagli fluidi, capaci di riflettere le luci del palco e dialogare con le note, trasformano ogni passaggio musicale in un gesto visivo. I giochi di luce si amplificano sulla scena, in sinergia con il suono, la voce e le installazioni artistiche che circondano il teatro.

Accanto agli abiti, a impreziosire la scena, i gioielli-scultura di Mariagioia Maffucci, artista orafa e ceramista che crea pezzi unici, lavorati interamente a mano tra porcellana e metallo, con ispirazioni che affondano nelle forme della natura, come foglie, impronte, nidi…che si trasformano in gioielli poetici.

Un’estetica naturale, delicata ma allo stesso tempo potente, che dialoga perfettamente con l’eleganza materica degli abiti Lastrucci.

I costumi di scena sono stati curati dal progetto artistico Scart del Gruppo Hera, che da anni trasforma materiali di recupero in abiti scenici, fondendo sostenibilità e creatività visiva.

“Vestire un corpo è un atto intimo. Vestire una visione, un suono, una vibrazione… è ciò che davvero mi interessa”, racconta Eleonora Lastrucci.

Il progetto scenico porta le firme della regia di Sergio Pappalettera e della direzione artistica di Alberto Bartalini. Accanto a Bocelli, l’evento è sostenuto dal direttore d’orchestra Carlo Bernini dall’Orchestra Regionale Toscana, che accompagnano il tenore in un repertorio capace di attraversare emozioni, generazioni e confini.

Menzione speciale per la scenografia dominata dalla scultura monumentale Tindaro screpolato di Igor Mitoraj, simbolo potente che incornicia la scena e le dà profondità.

Così, mentre Bocelli festeggia vent’anni di un sogno diventato appuntamento mondiale, Eleonora Lastrucci mette in scena abiti che non inseguono il tempo, ma lo raccontano.

Una moda che non ha bisogno di seguire mode, ma ha la sua identità: si ammira, si sente e si ascolta, come una voce.

“Quando moda, voce e arte si intrecciano così, il mio lavoro è semplice: sentire la bellezza nelle sue varie forme e lasciarsi andare. Quello che vedo, lo racconto. Quello che sento, lo scrivo.”, ha commentato Jasmin Pagini– PR & Press Officer per Eleonora Lastrucci.

REDAZIONE

© Riproduzione riservata

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