PISA – Per la prima volta, tracce fossili attribuibili agli Osedax, i cosiddetti ‘vermi zombie’, sono state rinvenute su denti di squalo del Pliocene Inferiore provenienti dai depositi marini della Toscana.
Grazie a indagini micro-Ct, i ricercatori hanno scoperto che questi organismi, noti soprattutto per nutrirsi delle ossa di balene cadute sul fondo marino, scavavano all’interno della dentina delle radici dei denti di squalo, lasciando intatte le corone smaltate.
Questa scoperta amplia la nostra comprensione del ruolo degli Osedax come agenti tafonomici fondamentali, capaci di distruggere milioni di denti di squalo depositati sui fondali. I denti avrebbero inoltre potuto favorire la sopravvivenza dei vermi zombie durante l’estinzione di massa della fine del Cretaceo, quando la maggior parte dei rettili marini scomparve.
Non solo: i denti di squalo potrebbero aver contribuito alla dispersione geografica degli Osedax, consentendo loro di raggiungere carcasse di balene disperse nelle remote pianure abissali.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Fossil Record, è frutto della collaborazione tra i paleontologi del Paleolab Unipi, il Gamps Scandicci Odv e l’Istituto di fisica applicata Nello Carrara (Cnr-Ifac).
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