VINCI – Il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda di Leonardo da Vinci è toscano. Dietro il sorriso più enigmatico della storia dell’arte ci sono la torre di Caprona e il profilo dei monti pisani, da Vicopisano a Cascina a Calci.
La nuova ipotesi è stata annunciata a Vinci nella sede del Centro Espositivo Leo-Lev, durante la conferenza ‘La Gioconda svelata dalla scienza. Una nuova scoperta mondiale‘.
Gli autori della scoperta sono due studiosi francesi: l’ingegnere Pascal Cotte, direttore della Lumiere Technology, che nel 2004 su richiesta del Louvre ha digitalizzato la Monna Lisa, e Sylvain Thieurmel, ricercatore specializzato nella pittura e nella biografia dell’artista-scienziato del Rinascimento.
Alla conferenza a Vinci erano presenti i sindaci di Vinci, Giuseppe Torchia, e di Vicopisano, Matteo Ferrucci. E’ intervenuto anche Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana.
Diciotto anni dopo la digitalizzazione condotta da Cotte, analisi dopo analisi, la Gioconda avrebbe rivelato nuovi particolari sotto la telecamera multispettrale inventata e progettata dal ricercatore francese, ora stabilito in Italia, a Ravenna, nell’istituto per l’analisi delle opere del Rinascimento, diretto da Chiara Matteucci, docente del Dipartimento dei beni culturali dell’Università di Bologna.
Sono emersi tre ritratti successivi della Gioconda, ma il paesaggio è rimasto immutato. La camera multispettrale inventata da Cotte, denominata L.A.M – Layer Amplification Method, ha identificato sullo sfondo del leggendario quadro il paesaggio dei monti pisani, dal monte della Verruca alla torre di Caprona.
Lo studio delle carte geografiche disegnate da Leonardo e due schizzi con la sanguigna, pubblicati dal grande studioso Carlo Pedretti, hanno permesso di confermare questa scoperta.
La nuova ipotesi contraddice un recente studio di un team dell’Università di Genova e del Museo di Storia Naturale di Piacenza che, a seguito di studi sui fossili, ha localizzato lo sfondo della Gioconda a Bobbio, nel piacentino.