SANTA CROCE SULL’ARNO (PI) – Nel cuore del distretto conciario toscano, il Consorzio Aquarno ha avviato un progetto all’avanguardia che rivoluziona la gestione del trattamento delle acque reflue grazie all’impiego dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo è ambizioso: ottimizzare i consumi energetici, riducendoli fino al 25%, contenere l’impatto ambientale e migliorare il controllo dei processi biologici, rendendo l’impianto più reattivo anche di fronte a eventi critici come le alluvioni.
Un’iniziativa di questo tipo rappresenta un salto di qualità tecnologico e ambientale, che il Consorzio sta portando avanti insieme alla società DBS – Data Brain Services. Il sistema, attualmente in fase di implementazione, sarà pienamente operativo entro luglio 2025, e costituisce, secondo Aquarno, il primo esempio concreto di applicazione dell’IA nel trattamento delle acque reflue in ambito industriale.
L’impianto gestito da Aquarno è uno dei più rilevanti a livello nazionale: tratta ogni giorno reflui urbani e industriali equivalenti a quelli generati da oltre 2 milioni di abitanti, provenienti da quattro comuni e centinaia di aziende conciarie. Una delle sue caratteristiche più distintive è la capacità di gestire scarichi particolarmente complessi, ricchi di solfuri, sali e sostanze difficili da degradare.
Alla base del nuovo sistema c’è un’infrastruttura digitale che integra le letture in tempo reale di più di 60 sensori – che misurano parametri fondamentali come portata, pH, salinità, ossigeno disciolto, temperatura e carico organico – con oltre 250 dati analitici elaborati quotidianamente in laboratorio. Queste informazioni vengono processate da modelli di machine learning, capaci di prevedere scenari, individuare anomalie e supportare le decisioni operative in modo proattivo.
Le applicazioni pratiche sono molteplici: l’IA fornisce indicazioni sugli interventi da effettuare, come la gestione ottimale dei compressori per l’ossigenazione, la regolazione dei reagenti chimici o il controllo delle acque meteoriche durante eventi estremi. In questo modo, l’impianto può operare in modo più efficiente, sostenibile e resiliente.
Il progetto ha già attirato l’attenzione di altri distretti e impianti italiani, che lo considerano un modello replicabile di innovazione sostenibile ed etica, capace di segnare una nuova rotta nella gestione intelligente del ciclo idrico-industriale.
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