PISA – Giorno di antivigilia: nella sala stampa dello Stadio Arena Garibaldi di Pisa è intervenuto il tecnico dei nerazzurri, Alberto Gilardino, nella consueta conferenza stampa.
Il momento è complesso, inutile negarlo. Eppure, Gilardino rifiuta il catastrofismo. L’analisi del tecnico è lucida: contro il Parma il primo tempo è stato equilibrato, a Lecce l’errore è stato circoscritto a venti minuti di blackout.
“Possiamo trovare dieci motivi per spiegare le sconfitte, ma non serve”, taglia corto l’allenatore. La ricetta è una sola: togliere qualcosa a se stessi per donarlo al gruppo. Niente scuse. La squadra si allena con intensità e desiderio. Gilardino ne è convinto: Lecce è stata solo una parentesi negativa in un percorso di crescita.
In un momento delicato, la piazza ha risposto presente. La Curva Nord ha chiamato l’adunata all’AC Hotel per salutare la squadra in partenza. Un gesto che il mister ha apprezzato profondamente. “È la dimostrazione di cosa sia Pisa: passione e sacrificio”, commenta Gilardino. La squadra non mollerà di un centimetro, promette il tecnico. Sentire la vicinanza della gente è benzina pura per un gruppo che deve lottare per la salvezza.
I numeri, però, non mentono. Dieci gol fatti contro sedici “attesi” (xG). La squadra crea, ma concretizza poco. Senza punte fisiche come Nzola, l’attacco va ridisegnato. Gilardino studia le contromosse. L’idea è tattica: portare più uomini dentro l’area di rigore, magari inserendo mezzali d’inserimento come Piccinini.
Non si parla di mercato, ma di lavoro sul campo. Bisogna migliorare nella decisione finale, nella “fame” sotto porta. È una questione di testa, prima che di tecnica.
Tra i singoli, i riflettori sono puntati su Matteo Tramoni. Il tecnico lo vede in fiducia e si aspetta molto. “Deve determinare di più”, è il messaggio chiaro mandato al giocatore. Ha strappo, velocità e tecnica. Il Pisa ha bisogno che le sue qualità si trasformino in azioni decisive, anche a costo di sbagliare qualcosa. Deve prendersi la responsabilità di accendere la luce.
La lotta salvezza è una tonnara. Tre o quattro punti dividono l’inferno dal paradiso. Bisogna restare agganciati al treno. In difesa potrebbero esserci rotazioni per alzare la competizione interna, mentre Coppola sta recuperando la condizione migliore.
La testa è solo a Cagliari. L’obiettivo non è solo il risultato, ma una prestazione di carattere. Per onorare la maglia e la passione di chi non smette di cantare.
Davide Caruso


