Ecomafia 2024, Toscana sale al quinto posto. Boom illeciti
Nel 2023 sono cresciuti di 11,1% gli ecoreati in Toscana, e la regione sale dal settimo al quinto posto nazionale dietro Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, regioni “a tradizionale presenza mafiosa”: lo afferma il report di Legambiente ‘Ecomafia 2024’ presentato a Firenze.
La Toscana al quinto posto con 2.318 reati – il 6,5 per cento sul totale nazionale – 114.523 controlli, 2.273 persone denunciate, 1 arresto, 302 sequestri, 5755 illeciti amministrativi e 7531 sanzioni amministrative. Relativamente alle province toscane, l’unica presenza in classifica 2023 è quella di Livorno, che si attesta all’undicesima posizione tra Lecce e Latina, con 604 reati e 1064 illeciti amministrativi.
Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, 4.952 reati, pari al 14 per cento del totale nazionale, seguita da Sicilia – che sale di una posizione rispetto al 2022, con 3.922 reati, +35 per cento rispetto al 2022 – Puglia, scesa al terzo posto con 3.643 illeciti penali, +19,2 per cento e Calabria con 2.912 reati pari a un aumento del 31,4 per cento.
“Si registra un graduale ma incessante aggravamento del fenomeno – afferma Fausto Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana -, con una particolare criticità delle infrazioni nel ciclo del cemento, che, ricordo, ricomprendono fattispecie quali: abusivismo edilizio (parziale o totale), attività estrattive illegali, irregolarità (di varia natura e gravità) nelle procedure di appalto”.
“Il caso peculiare della costa livornese e dell’Isola d’Elba – osserva Ferruzza – c’insegna poi che nei luoghi dove la pressione turistica è più forte occorre profondere un ulteriore sforzo di deterrenza e vigilanza. Solo con un’azione incessante e coordinata tra cittadinanza attiva, forze dell’ordine e amministratori pubblici, riusciremo a comprimere questi fenomeni, assolutamente indegni per una regione civile come la nostra”.
Se i reati legati al ciclo del cemento sono in crescita, secondo il rapporto Ecomafia è stabile il numero regionale dei reati legati al ciclo dei rifiuti illegali; in calo i reati contro gli animali, gli incendi boschivi dolosi o colposi, i reati contro il patrimonio culturale.
Dal 2010 ad oggi sono 76 le inchieste sulla corruzione ambientale effettuate in Toscana – 5,2% del totale – che hanno portato a 511 persone arrestate, 851 persone denunciate e 200 sequestri effettuati.
Tra i reati più diffusi le infrazioni relative al ciclo dei rifiuti, alla filiera illegale del cemento e il traffico di animali. In particolare, per quanto riguarda le illegalità rilevate nel ciclo del cemento, la Toscana da quarta diventa quinta in classifica nel 2023 con 965 reati (il 7,4% sul totale nazionale). Da notare il trend notevolmente in crescita con il numero di reati triplicati dal 2013-2023, passando da 330 a 965. In questo ambito è rilevante l’illegalità denunciata da anni all’isola d’Elba dal circolo locale di Legambiente, fatta soprattutto di seconde case parzialmente abusive e accessi “privati” alle spiagge.
“Il ciclo del cemento resta quello con il maggior numero di reati anche a livello nazionale – afferma Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità – vogliamo lanciare da questa regione, segnata dall’inchiesta Keu, un forte appello a Confindustria e al suo presidente nazionale, Emanuele Orsini, perché contribuisca, nell’ambito del suo ruolo e delle sue competenze, a liberare l’economia e il sistema imprenditoriale del nostro Paese dalla zavorra dell’ecocriminalità, una minaccia non solo per ambiente e salute dei cittadini ma anche un pericolo per le imprese sane del nostro paese”.
Stabile il numero dei reati legati al ciclo dei rifiuti illegali dove la Toscana permane a metà classifica con 448 reati, un dato praticamente stazionario rispetto ai 412 registrati nel 2013. Altra categoria di ecoreati molto diffusa è quella contro gli animali che vede la Toscana in quinta posizione (2023) con 478 reati pur riducendo gli illeciti del 20,4 per cento rispetto allo scorso anno. In quest’ambito è da sottolineare l’impatto della pesca di frodo sulle coste e nell’arcipelago registrata nella provincia di Livorno.
Tra le notizie positive il decremento degli incendi boschivi dolosi o colposi – 206 e settimo posto in classifica. Trend in discesa reati contro il patrimonio culturale dove si è registrato il 50 per cento in meno, 44 furti d’arte in tutto, rispetto a dieci anni fa.