“La sentenza della Corte Costituzionale dimostra come avevamo già chiesto, l’urgenza di ripensare la legge sul fine vita coinvolgendo il Parlamento”.
Fine vita in Toscana, c’è l’intervento del cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente Cet Conferenza episcopale Toscana, l’assemblea dei vescovi toscani, dopo la sentenza della Corte Costituzionale.
Sentenza 204/2025, qui il testo della sentenza depositata il 29 dicembre 2025, che ha stabilito “Non è illegittima l’intera legge toscana sul fine vita, ma varie sue disposizioni violano competenze statali”. La Corte Costituzionale “ha respinto le
censure statali sull’intera legge regionale toscana numero 16 del 2025, in tema di
aiuto al suicidio, ma ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di diverse sue
disposizioni”.
Cardinale Augusto Paolo Lojudice, presidente Cet, arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montacino e vescovo di Montepulciano-Chiusi-Pienza: “Non crediamo nelle contrapposizioni, ma nel confronto aperto, schietto e democratico. Con questa sentenza non ci sono vincitori o sconfitti, ma solo la necessità di dialogo senza snaturare la posizione della Chiesa da sempre per la tutela della vita in ogni suo stadio. Come vescovi toscani ribadiamo la necessità di avere norme nazionali ispirate al riconoscimento del valore della vita”.
La legge sul fine vita vede la Toscana apripista, prima regione in Italia a vararla, legge regionale 14 marzo 2025. Dopo l’approvazione, il ricorso del Governo Meloni lo scorso maggio, che ha impugnato l’intera legge toscana sul suicidio assistito. La Regione Toscana si era costituita in giudizio presso la Corte Costituzionale in merito al ricorso presentato dal Governo contro la legge relativa alle modalità organizzative per garantire il trattamento medicalmente assistito sul fine vita.
Dopo la pubblicazione della sentenza 204/2025 della Corte Costituzionale, Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, via social: “La Corte Costituzionale riconosce alla Toscana la legittimità di legiferare sul fine vita. È un passaggio storico e un risultato politico chiaro. La Consulta conferma il lavoro fatto dalla Regione Toscana, in una fase in cui lo Stato è rimasto fermo, nonostante l’invito esplicito della stessa Corte a intervenire già dal 2019. Di fronte a questa assenza, la Toscana non si è tirata indietro.
competenza riservate alla legislazione statale“.
CINZIA GORLA


