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Piani triennali per il fabbisogno del personale sanitario, la Corte Costituzionale dà ragione alla Toscana contro il governo

FIRENZE – La Corte Costituzionale ha dato ragione alla Regione Toscana e dichiarato l’illegittimità della norma nazionale che sui piani triennali di fabbisogno del personale sanitario delle Regione imponeva l’approvazione con un decreto del ministero della salute, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze. La norma giudicata incostituzionale è quella dell’articolo 5, comma 2, del cosiddetto Decreto liste di attesa del governo, che la Regione Toscana aveva impugnato.

“La Corte – commenta il presidente della Toscana, Eugenio Giani – ha riconosciuto le ragioni della Regione e dato torto al governo. Sul personale dobbiamo chiaramente rispettare dei vincoli di spesa. Andare però oltre, come il governo aveva provato a fare, significa ingerire in una competenza che è propria delle Regioni”. “Sopratttuto – aggiunge Giani – sulle liste di attesa servono altre risposte e un investimento vero e concreto sulla sanità pubblica”.

“La sentenza della Consulta conferma la fondatezza del ricorso promosso dalla Regione Toscana e l’incostituzionalità della norma – dichiara l’assessore al diritto alla salute, Simone Bezzini –. Il provvedimento del governo rappresentava un’ingerenza sulle competenze concorrenti in materia di tutela della salute e, soprattutto, sulle prerogative regionali nella programmazione del fabbisogno di personale sanitario, che spetta alle Regioni, nel rispetto delle risorse disponibili e dei vincoli di legge”. “Dal punto di vista pratico – spiega Bezzini – la norma rischiava di produrre ulteriori appesantimenti burocratici e ritardi nei percorsi assunzionali, con ricadute negative sul funzionamento dei servizi sanitari”.

“La pronuncia della Corte – conclude l’assessore – è l’ennesima dimostrazione della fragilità dell’impianto normativo e organizzativo che sta alla base del decreto liste d’attesa varato un anno fa dal governo. Ora è urgente cambiare rotta: rimuovere i tetti di spesa per il personale, definire insieme a Regioni e organizzazioni sindacali parametri condivisi per il fabbisogno di personale nei diversi setting assistenziali, e soprattutto mettere risorse per valorizzare le professioniste e i professionisti della sanità e ridurre i tempi di attesa per i cittadini”.

REDAZIONE

© Riproduzione riservata

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