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Michele Placido festeggia 50 anni di carriera con la trilogia di Pirandello

FIRENZE – Michele Placido festeggia cinquant’anni sul palco con un omaggio a un maestro del teatro moderno.

Un viaggio nel mondo di Luigi Pirandello, diretto e interpretato dall’attore e regista foggiano che, con al suo fianco Valentina Bartolo, festeggia oltre 50 anni di carriera. Pirandello. Trilogia di un visionario è in scena al Teatro Era di Pontedera il 15 e 16 marzo, e al Teatro della Pergola di Firenze dal 18 al 23 marzo. Con Paolo Gattini, Brunella Platania.

Lo spettacolo raccoglie e abbraccia tre opere iconiche: Lettere a Marta, che ci porta nell’intimità della corrispondenza epistolare tra il drammaturgo e l’attrice Marta Abba; L’uomo dal fiore in bocca, un esasperante atto unico che ci getta nella frenesia della vita moderna; La carriola, nella sua danza tragicomica tra realtà e finzione, ci catapulta in un mondo surreale.

Michele Placido, come autore e attore, affronta un inedito corpo a corpo con l’opera e il mondo di Luigi Pirandello. Pirandello. Trilogia di un visionario raccoglie e abbraccia tre diverse opere, unendole in una drammaturgia originale che svela una prospettiva di sguardo sulle inquietudini e le tensioni del Premio Nobel di Agrigento. Placido si avvale di testi diversi tra loro, non solo per struttura – sono infatti un epistolario, un testo teatrale, un racconto – ma anche per epoca di composizione.

Ecco, allora, le Lettere a Marta, scelte tra le oltre cinquecento scritte alla meravigliosa attrice Marta Abba, in un arco di tempo che va dal 1925 al 1936. Sono frammenti che svelano la delicatezza, le incertezze, l’emotività di Pirandello, che si svela in questa personalissima corrispondenza. Poi, L’uomo dal fiore in bocca, celebre atto unico del 1923, dolente flusso di coscienza dell’essere umano di fronte alla morte: una riflessione amara e poetica sul senso dell’esistenza. Infine, La carriola, novella scritta nel 1917: una folgorante radiografia impastata di emozioni contrastanti, di una lucida follia che fa riflettere sui paradossi della vita.

Michele Placido si affida alla giovane drammaturga Giulia Bartolini, già allieva dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma. Questo progetto, prodotto da Goldenart Production, punta infatti a valorizzare nuovi talenti del teatro italiano. Scrive Bartolini: “La domanda è, ancora oggi, cos’è l’Io, e da che punto di vista l’essere umano si pone per definire il proprio tempo e il proprio spazio. Nel rispetto dell’Autore, sono i personaggi, la loro natura, i rapporti tra di loro che trasformano la scena, che portano, improvvisamente le grandi domande di Pirandello nella nostra contemporaneità”.

Lo spettacolo, che vede Valentina Bartolo al fianco di Placido, e con Paolo Gattini, Brunella Platania, regala quindi al pubblico l’opportunità di immergersi nelle profondità dell’animo umano, dando vita a personaggi che incarnano sfide universali, facendoci interrogare sul senso della nostra stessa esistenza. Un labirinto di sfumature umane che mettono in luce il genio di Pirandello nel raccontare contraddizioni e paradossi.

REDAZIONE

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